Cos’è una siringa ipodermica?

Una siringa ipodermica è un tipo di tubo che può essere montato su un ago ipodermico cavo per eseguire iniezioni o estrazioni dal corpo. Il corpo principale della siringa è dotato di uno stantuffo a tenuta che viene utilizzato facendolo scorrere lungo il cilindro del tubo, aspirando o spingendo fuori la sostanza desiderata attraverso l’estremità opposta, che è aperta. La maggior parte delle siringhe ipodermiche sono di plastica, ma possono anche essere di vetro.

Uno degli usi principali di una siringa ipodermica è l’iniezione di sostanze come farmaci e vaccinazioni. La dose appropriata di medicinale o vaccino viene aspirata nella siringa e quindi somministrata spingendo lo stantuffo in modo che spinga il fluido fuori dall’estremità aperta e attraverso l’ago ipodermico. Le iniezioni possono essere effettuate direttamente nel corpo, ad esempio in un muscolo, oppure possono essere effettuate attraverso una linea endovenosa che poi le porta al flusso sanguigno; il metodo di somministrazione dipende dal farmaco.

I campioni di sangue possono essere prelevati anche utilizzando una siringa ipodermica. Attaccato ad un ago ipodermico che viene inserito in una vena, lo stantuffo viene poi tirato indietro, creando aspirazione. Il sangue viene prelevato da questa aspirazione e va nel cilindro della siringa, o talvolta in una provetta attaccata che può essere utilizzata per eseguire i necessari test diagnostici sul sangue.

Quando si effettua un’iniezione in un vaso sanguigno con una siringa ipodermica, è molto importante assicurarsi che non vi sia aria. Ciò è dovuto al rischio di provocare un’embolia gassosa; questo è quando una bolla d’aria entra nel sistema circolatorio, dove può potenzialmente portare a gravi effetti collaterali. Per evitare l’aria nel tubo, coloro che somministrano un’iniezione in genere lo tengono capovolto ed espellono prima una piccola quantità di farmaco dall’ago.

In ambito medico, le siringhe ipodermiche sono generalmente usa e getta e vengono utilizzate solo una volta e poi scartate. Questo per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di malattie tra i pazienti. È stato dimostrato che il riutilizzo degli aghi è un fattore significativo nella diffusione di malattie come l’HIV; coloro che condividono gli aghi, come i consumatori di droghe iniettabili come l’eroina, sono spesso ad alto rischio. Alcuni pazienti, come i diabetici che si iniettano quotidianamente insulina, possono riutilizzare gli aghi ma solo su se stessi.