Attualmente, il numero di giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti è di nove, ma è variato nel corso della storia. I giudici sono nominati dal presidente e devono essere approvati dal Senato; una volta nominati, hanno un mandato a vita, il che significa che possono servire fino a quando non decidono di andare in pensione. La Costituzione conferisce al Congresso il potere di stabilire il numero di giudici che prestano servizio, e tale numero è cambiato diverse volte dall’inizio della corte. La prima Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1790 aveva sei giudici. Il numero è stato tra cinque e dieci, ma è rimasto a nove dal 1869.
Negli Stati Uniti, la Corte Suprema è il livello più alto del sistema giudiziario federale. In quanto tali, le decisioni dei giudici sono vincolanti perché non esiste un tribunale superiore a cui appellarsi. La Corte Suprema ha il potere di decidere se le leggi sono consentite dalla Costituzione, e questa autorità le consente di esercitare una notevole influenza su questioni di ordine pubblico. I giudici sono scelti dal presidente, ma tali nomine devono essere approvate dal Senato. Secondo la Costituzione, la nomina alla Corte Suprema degli Stati Uniti è valida per tutta la vita “durante il buon comportamento” e i giudici possono servire fino alla morte o scegliere di andare in pensione.
L’articolo III della Costituzione degli Stati Uniti conferisce al Congresso il potere di stabilire il numero di giudici della Corte Suprema. Attualmente è di nove, con un capo della giustizia e otto giudici associati. Da quando la Corte Suprema è stata introdotta nel 1790 con sei giudici, ci sono state diverse variazioni al numero. Quando un giudice morì nel 1801, il Congresso abbassò il numero a cinque per impedire al presidente Thomas Jefferson, con cui non erano d’accordo su molte questioni, di fissare un appuntamento. Quando il successivo Congresso si insediò, il numero fu riportato a sei, dove rimase per diversi anni.
Il successivo cambiamento avvenne nel 1807, quando il Congresso aumentò il numero a sette, con un altro aumento a nove nel 1837. L’importo rimase nove per un bel po’, ma nel 1863 durante la guerra civile fu portato a dieci. Dopo la fine della guerra, ci furono molti attriti tra il Congresso e il presidente Andrew Johnson; di conseguenza, il Congresso approvò una legge secondo cui i successivi tre giudici che avrebbero lasciato la Corte non sarebbero stati sostituiti, riducendo potenzialmente il numero dei giudici a sette. L’ultimo cambiamento di successo fu nel 1869, quando il Congresso approvò il Judiciary Act, che lo riportò a nove. Nel 1937, il presidente Franklin D. Roosevelt tentò di “impacchettare la corte” portando il numero dei giudici a 15; questo tentativo, tuttavia, non ebbe successo.