La comprensione dei tassi di interesse è fondamentale per la capacità di una persona di gestire efficacemente sia il debito che il risparmio. Il tasso percentuale annuo (APR) e il rendimento percentuale annuo (APY) sono due modi diversi di pubblicizzare i tassi di interesse pagati rispettivamente sul denaro preso in prestito e sui depositi vincolati. La differenza tra i due è principalmente una questione di prospettiva, ma vanno notate anche alcune sfumature matematiche.
APR è il tasso di interesse che cerchiamo più spesso quando abbiamo bisogno di prendere in prestito denaro. Questo è particolarmente vero con i mutui, poiché una piccola differenza di TAEG può fare una grande differenza nella rata mensile, e quindi nel denaro pagato durante la durata del prestito. Un mutuatario sceglierà generalmente il TAEG più basso che riesce a trovare quando cerca un mutuo, un prestito auto o una carta di credito, e questa è una buona cosa da fare.
APR non racconta tutta la storia, tuttavia, poiché è il tasso di interesse pubblicizzato e può essere in qualche modo fuorviante. Ad esempio, i prestiti ipotecari sono generalmente composti su base mensile. Se una persona stipula un mutuo ipotecario con un TAEG del sette percento, il tasso di interesse effettivo sul prestito – il tasso effettivamente pagato dal mutuatario – è in realtà del 7.23%.
Come pubblicizzato, l’APR non tiene conto dell’effetto della capitalizzazione. In una dichiarazione solitamente attribuita ad Albert Einstein, si diceva che l’interesse composto è la forza più potente dell’universo. Questa affermazione, anche se forse una leggera esagerazione, fa ancora notare che la differenza tra TAEG e tasso di interesse effettivo può essere molto importante.
Dall’altra parte della medaglia c’è l’APY, il tasso di interesse pagato a un cliente bancario con un conto di deposito vincolato, come un certificato di deposito (CD). Innanzitutto, APY è diverso a causa della diversa prospettiva, ovvero quella di un prestatore. Quando una persona apre un CD presso una banca o una cooperativa di credito, in realtà sta prestando denaro all’istituto, per il quale viene rimborsato con gli interessi. L’APY è il tasso di interesse pubblicizzato sul conto e rappresenta l’importo effettivo pagato al depositante, questa volta tenendo conto della capitalizzazione.
Quando qualcuno è alla ricerca di un alto rendimento su un conto deposito vincolato, in pratica ha solo bisogno di cercare l’APY più alto che riesce a trovare con un lasso di tempo che gli si addice. Supponendo che i pagamenti degli interessi mensili su un CD tornino direttamente sul conto, l’APY è la misura accurata del ritorno sull’investimento del depositante. A differenza di APR, APY racconta una storia accurata per quanto riguarda l’interesse effettivo. Spesso non quotato, tuttavia, è il tasso di interesse originale offerto dal CD. Ad esempio, il tasso di interesse su un CD, ignorando la capitalizzazione, potrebbe essere del cinque percento, ma se il saldo viene composto mensilmente, il tasso di interesse effettivo – l’APY – è del 5.11%.
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