Il tasso, o Taxus baccata, è stato considerato un albero velenoso e mistico in tutta la civiltà umana. Sebbene alcune culture antiche abbiano utilizzato la corteccia e le foglie spinose di questa conifera sempreverde per diversi rimedi medicinali, i suoi benefici sono stati ampiamente trascurati dalle istituzioni mediche tradizionali fino alle ultime generazioni a causa della sua natura altamente tossica. Gran parte dell’attenzione nel 21° secolo per quanto riguarda l’albero di tasso riguarda una sostanza chimica derivata dalla sua corteccia chiamata taxina, il precursore di potenti farmaci chemioterapici come paclitaxel e docetaxel.
Forse l’uso medico più notevole del Taxus baccata è la scoperta delle sue qualità antitumorali, in particolare nel trattamento dei tumori delle ovaie e del seno. Sebbene la corteccia dell’albero sia stata distillata per produrre taxina e i suoi sottoprodotti chemioterapici, come il docetaxel, molti ambientalisti lamentano la quantità di corteccia di tasso necessaria per una sola dose al paziente. Il tasso non è in pericolo di estinzione, ma a partire dal 2011 ciò potrebbe derivare dall’aumento della domanda di corteccia.
Secondo l’organizzazione no profit del Regno Unito Plants For a Future (PFAF), che presenta Taxus baccata nel suo database di piante medicinali online, l’albero di tasso è stato utilizzato per secoli nell’Ayurveda indiano e nei rimedi popolari dei nativi americani. I cataloghi erboristi che descrivono quelle tradizioni attribuiscono all’albero vari poteri medicinali. Come si vede in questi cataloghi, tutti tranne i frutti degli alberi sono stati usati come lassativo per trattare la sindrome dell’intestino irritabile, come diaforetico per sedare l’eccessiva sudorazione, come trattamento per disturbi respiratori e come cardiotonico per rafforzare la funzione cardiaca. PFAF ha anche trovato riferimenti al farmaco negli usi per il trattamento di condizioni come indigestione, dolori articolari, epilessia e persino singhiozzo.
Questi usi medici dovrebbero essere considerati sospetti, tuttavia, a causa della natura estremamente tossica di tutte le parti del Taxus baccata, ad eccezione dei frutti. Anche gli erboristi consigliano di consultare prima un medico. Ciò è dovuto a numerosi suicidi e morti accidentali registrati in tutto il mondo a causa dell’ingestione di tassi.
Secondo uno studio del 2010 del Centro Antiveleni di Bergamo, pubblicato online dall’Istituto Superiore di Sanità, le foglie e la corteccia di questo albero alterano i canali del sodio e del calcio nel sangue, causando sintomi come nausea, vomito, difficoltà respiratorie, arresto cardiaco e eventuale morte. Lo studio ha concluso, tuttavia, che i trattamenti clinici, come il rigonfiamento dell’aorta, i farmaci per il cuore, i pacemaker e persino il supporto vitale, possono salvare la vita di coloro che hanno consumato una dose letale.