Che cos’è il test di definizione dei problemi?

Il test dei problemi che definiscono, spesso abbreviato come DIT, è un test dato per misurare la moralità di una persona. Creato originariamente nel 1979, questo test è stato da allora riscritto in modo che il punteggio sia più affidabile. Lo sviluppo morale di una persona cambia nel tempo e con l’istruzione, e uno degli scopi principali del test dei problemi definitivi è monitorare la moralità di una persona mentre cambia durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. L’attuale versione del test ha cinque domande che chiedono agli esaminandi di considerare quale, tra due scelte, è la cosa moralmente giusta da fare.

James Rest ha sviluppato per la prima volta il test dei problemi di definizione nel 1979. La sua versione originale del test conteneva sei dilemmi morali. Gli studenti esaminerebbero un dilemma, ad esempio se il personaggio di Heinz debba rubare una droga al suo inventore per salvare la moglie morente e determinare quale scelta è moralmente corretta. Il test è stato progettato per concentrarsi sul ragionamento alla base della scelta, non sulla scelta stessa, in modo che i partecipanti al test possano concepibilmente cadere in qualsiasi punto della scala della moralità, indipendentemente dalle scelte che ritengono giuste.

L’attuale versione del test sui problemi di definizione ha solo cinque domande. L’impostazione del test è la stessa dell’originale e ai partecipanti al test viene ancora chiesto di fare delle scelte su un difficile dilemma morale e quindi di razionalizzare le proprie decisioni. Dopo ogni dilemma, sono incluse 12 affermazioni in modo che i partecipanti al test spieghino il ragionamento che li ha portati a fare le scelte che hanno fatto.

Ci sono tre livelli di moralità che una persona può avere quando viene testata usando il test dei problemi che definiscono. Questi livelli sono suddivisi in sei fasi, come definito dallo psicologo Lawrence Kohlberg. Il primo livello è la moralità preconvenzionale e indica che una persona è guidata da interessi di autoconservazione, come la scelta di un’azione che non avrà un effetto negativo su di lui o un’azione che farà sì che altre persone non gli piacciano. Il secondo livello è noto come moralità convenzionale ed è guidato dal desiderio di sostenere e obbedire alla legge e di preservare le norme sociali. Il terzo livello è post-convenzionale e le persone che mettono alla prova questo livello di moralità spesso fanno scelte basate su ciò che credono personalmente giusto e sbagliato piuttosto che su ciò che la società dice loro sia giusto o sbagliato.