Che cos’è il test di Trendelenburg?

Il test di Trendelenburg può infatti riferirsi a due diversi esami medici: uno viene somministrato per determinare l’eventuale incompetenza delle valvole nelle vene varicose, mentre l’altro viene somministrato ai pazienti per valutare le prestazioni delle articolazioni dell’anca. In questo modo, il test ha scopi diversi per l’apparato muscolo-scheletrico e quello circolatorio. In entrambi i casi, il test di Trendelenburg può essere eseguito indipendentemente o con altri esami medici per valutare il benessere di un paziente o l’avanzamento di una malattia presente. Il nome del test era in onore di Friedrick Trendelenburg, un affermato chirurgo tedesco nel 19° secolo che introdusse molte tecniche chirurgiche e fece da mentore a diversi chirurghi.

Per le vene varicose, il primo passo nel test di Trendelenburg consiste nel far sdraiare il paziente sulla schiena e istruirlo a sollevare la gamba dove si trovano le vene varicose. Questo per svuotare le vene del sangue che vi scorre dentro. Il medico o l’esaminatore metterà quindi un laccio emostatico, uno strumento che aiuta a fermare il flusso sanguigno, intorno alla parte superiore della coscia. Una volta posizionato il laccio emostatico, al paziente viene chiesto di alzarsi in piedi e il medico osserverà quindi il riempimento di sangue nelle vene.

In condizioni normali, le vene svuotate si riempiranno di sangue dal basso verso l’alto in circa 30 secondi, poiché il laccio emostatico rallenta solo il riempimento e non lo blocca. Se le vene non sono state riempite prima o dopo 30 secondi, o se le vene vengono riempite dall’alto, alcune aperture o valvole venose potrebbero essere incompetenti. Anche un flusso sanguigno rapido e improvviso nelle vene dopo la rimozione del laccio emostatico può essere diagnosticato come insufficienza valvolare. Il test di Trendelenburg può essere ripetuto in aree diverse fino a determinare la vena bloccata o attorcigliata.

Se il test di Trendelenburg ha lo scopo di esaminare le anche, il primo passo per il paziente è stare in piedi o in equilibrio su una gamba senza alcuna assistenza, mentre l’esaminatore posiziona le dita sulla spina iliaca antero-superiore situata appena sopra i glutei. In alcuni casi, l’esaminatore osserva solo da dietro e non tocca il paziente. Per sollevare una gamba, il paziente deve flettere il ginocchio, in modo che il peso sia completamente sostenuto dalle anche e non dalla parte superiore della coscia. Al paziente può essere chiesto di mantenere la posizione per 30 secondi o di sollevare una gamba in diverse angolazioni.

Un paziente può avere dei problemi all’anca se si inclina troppo verso la gamba su cui si trova o se l’anca in cui è collegata la gamba sollevata scende più in basso rispetto all’altro lato. Una diagnosi simile può essere stabilita anche se il paziente non riesce a mantenere la posizione per 30 secondi. La diagnosi può variare da disallineamento scheletrico, debolezza muscolare nell’area dell’anca o persino un tipo di disturbo neurologico che impedisce a una persona di bilanciarsi.