La fame del coniglio, nota anche come avvelenamento da proteine, è una pericolosa condizione di salute causata dal consumo eccessivo di proteine associato alla privazione di grassi, carboidrati e micronutrienti. Il nome comune si riferisce al fatto che questa condizione può essere causata da una sussistenza quasi totale su selvaggina magra e selvatica, come il coniglio. Se non controllata, la malattia può causare gravi sintomi di malnutrizione e può portare a un accumulo fatale di tossine nel flusso sanguigno.
La scoperta della fame di coniglio è legata ai primi studi sulla salute e alle osservazioni dei nativi americani. Le tribù dell’Alaska e della regione polare vivevano in gran parte di selvaggina con un’elevata quantità di grassi e carboidrati, come foche e balene, e raramente soffrivano di questa forma di malnutrizione. Al contrario, i nativi americani colpiti da questa condizione tendevano a provenire da aree boschive dove gli inverni rigidi portavano a una dieta principalmente a base di selvaggina magra. La fame di coniglio fu descritta per la prima volta dall’esploratore artico Vilhjamur Stefansson alla fine del XIX secolo, ma fu anche sottolineata da Charles Darwin nei suoi diari.
I meccanismi alla base della fame di coniglio sono abbastanza semplici. Le proteine del corpo vengono convertite in glucosio dal fegato e possono essere bruciate come energia. Il fegato, tuttavia, può elaborare in modo sicuro solo una quantità limitata di proteine alla volta. Se il corpo riceve più proteine di quante ne possa trasformare in modo sicuro in glucosio, il conseguente ceppo sul fegato e sui reni può causare un aumento dell’accumulo di ammoniaca e amminoacidi. Il fegato quindi scarica questi sottoprodotti in eccesso nel flusso sanguigno, causando conseguenze pericolose e persino fatali.
Oltre a affaticare il fegato, il consumo eccessivo di proteine provoca anche vari sintomi di malnutrizione, tra cui affaticamento, nausea, diarrea e fame costante. Questi sintomi si verificano perché il corpo viene privato della nutrizione necessaria fornita solo da grassi, carboidrati e micronutrienti come le vitamine. I sintomi si verificano indipendentemente da quante calorie mangia una persona che soffre di fame di coniglio, poiché il corpo è limitato nella sua capacità di elaborare energia e nutrizione dalle proteine. Pertanto, una persona può mangiare un’enorme quantità di cibo, pur continuando a provare debolezza, fame e altri sintomi di malnutrizione.
La possibilità di morire di fame nel coniglio porta molti esperti di salute a sconsigliare alcuni regimi dietetici ricchi di proteine. Sebbene l’esatto limite massimo per il consumo sicuro di proteine non sia ampiamente concordato, alcune autorità suggeriscono che l’avvelenamento da proteine diventa un problema se le proteine comprendono più del 35% dell’apporto calorico giornaliero. Alcuni suggeriscono che le diete ad alto contenuto proteico dovrebbero essere monitorate da un medico o da un dietologo per evitare che la fame di coniglio prenda piede.