La radiazione ottica si riferisce allo spettro della radiazione elettromagnetica che varia in lunghezze d’onda da 100 nanometri (nm) a 1 millimetro (mm) comprendente radiazione infrarossa, luce visibile e radiazione ultravioletta. Le radiazioni con lunghezze d’onda all’estremità inferiore, comprese tra 100 nm e 400 nm, sono classificate come radiazioni ultraviolette, mentre quelle comprese tra 400 nm e 800 nm si riferiscono alla luce visibile, che può essere vista con l’occhio umano. Si dice che le lunghezze d’onda della luce al di sopra di questo livello, da 800 nm a 1 mm, appartengano alla banda della radiazione infrarossa. Pur essendo invisibili all’occhio umano, le radiazioni ultraviolette e infrarosse lo influenzano, a seconda della durata dell’esposizione, il che rende importante comprendere a fondo la radiazione ottica durante la creazione di dispositivi di illuminazione artificiale.
Anche la luce artificiale è una fonte di radiazioni ottiche, sia che emetta luce visibile o invisibile. Televisori e schermi per computer, luci da concerto, luci di saldatura e lampade abbronzanti sono solo alcuni dei dispositivi che le persone usano costantemente. Conoscere il tipo di luce emessa e la durata dell’esposizione è fondamentale per determinare se ci sono rischi ottici nell’utilizzo di tali dispositivi. Nel 2002, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno emanato una Direttiva sulle Radiazioni Ottiche Artificiali che definisce le radiazioni ottiche ed evidenzia i requisiti minimi di sicurezza e salute per le persone che lavorano con questo tipo di radiazioni nei loro ambienti di lavoro. Alcuni tipi di radiazioni, come la luce del sole, le microonde, le onde radio ei raggi X, non sono coperti da questa direttiva.
Diversi tipi di radiazioni sono benefici o dannosi per la salute di una persona a seconda della durata dell’esposizione. Ad esempio, le lampade solari che emettono radiazioni ultraviolette vengono utilizzate da molti per abbronzarsi entro tempi prestabiliti. Tuttavia, un’eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette, dovuta alla luce artificiale o alla luce solare naturale, può provocare danni alla pelle e un invecchiamento precoce della pelle; anche l’esposizione prolungata ai raggi infrarossi è dannosa. Sebbene la maggior parte delle sorgenti luminose utilizzate negli ambienti di lavoro non presentino alcun rischio di radiazioni ottiche per i lavoratori, è importante che coloro che progettano questi ambienti siano consapevoli dei rischi e tengano presenti i valori limite di esposizione.
Alcuni dei settori in cui vengono utilizzate sorgenti luminose specializzate includono laser industriali, saldatura e lavorazione dei metalli e illuminazione di studi televisivi. Altre aree includono lampade polimerizzanti a raggi ultravioletti, illuminazione scenica e luci abbronzanti. Sebbene la direttiva sia stata creata principalmente per prevenire l’esposizione dei lavoratori a radiazioni eccessive e per rilevare tempestivamente eventuali effetti indesiderati sulla salute, cerca anche di prevenire eventuali rischi per la salute a lungo termine dovuti a un’esposizione regolare. I datori di lavoro devono effettuare valutazioni del rischio conformi alla direttiva e utilizzare piani d’azione che includano varie misure per garantire che i valori limite di esposizione non vengano superati.