In generale, un tribunale può nominare un tutore in ogni caso in cui una persona è temporaneamente o permanentemente impossibilitata a prendere decisioni per se stessa. Questo tutore nominato dal tribunale è spesso incaricato di prendere decisioni riguardanti la salute e il benessere di un’altra persona. Le scelte finanziarie e legali possono anche essere assegnate a questo decisore surrogato.
Quando un adulto con un patrimonio stabilito diventa incapace, può essere considerato un protetto del tribunale. In questi casi, il tribunale può scegliere una persona che prenda le decisioni per il reparto. Questo tutore nominato dal tribunale è spesso chiamato conservatore. Il conservatore può essere incaricato di prendere decisioni personali, decisioni finanziarie o entrambe.
I giudici sono spesso molto specifici nei ruoli assegnati a un conservatore, soprattutto se il reparto è solo parzialmente incapace. Ad esempio, a un conservatore può essere dato il potere di prendere importanti decisioni mediche, mentre il reparto mantiene la capacità di scegliere i propri medici. Nei casi in cui si prevede un peggioramento del livello di disabilità del reparto, vengono spesso programmate udienze regolari per adeguare di conseguenza le responsabilità del conservatore.
Nei casi che coinvolgono minori, il ruolo di un tutore nominato dal tribunale può essere difficile da definire. Spesso i termini custodia e tutela sono usati in modo intercambiabile. Questo uso improprio dei termini, aggiunto all’occasionale fraintendimento del tutore ad litem, può causare confusione.
La maggior parte dei procedimenti di divorzio non comporta la designazione di un tutore nominato dal tribunale. I genitori sono considerati tutori legali dei loro figli, a meno che tale diritto non sia specificamente esercitato dai tribunali. Anche quando un genitore riceve l’affidamento primario, non è ancora considerato un tutore nominato dal tribunale. In generale, entrambi i genitori conservano il diritto di prendere decisioni per il loro bambino mentre il bambino è affidato alle loro cure fisiche.
Nei casi in cui entrambi i genitori sono ritenuti incapaci di prendersi cura di un bambino, può essere assegnato un tutore nominato dal tribunale. In molti casi, il tutore non è la stessa persona che ha la custodia fisica del bambino. Quando ciò accade, la persona con la custodia fisica è generalmente responsabile della cura quotidiana e del processo decisionale per il bambino. Il tutore, tuttavia, ha l’ultima parola per quanto riguarda le decisioni importanti.
Un esempio comune di tutela legale divisa e custodia fisica è l’affidamento. Spesso, quando un bambino diventa un pupillo del tribunale, viene affidato a una famiglia affidataria. I genitori affidatari ricevono l’affidamento fisico, mentre l’agenzia preposta al benessere dei bambini in quell’area mantiene la responsabilità delle decisioni legali.
Nei casi di abuso e negligenza o in procedimenti di divorzio particolarmente ostili, può essere nominato un tutore speciale nominato dal tribunale. Questa persona è chiamata tutore ad litem. Nonostante il titolo, un tutore ad litem raramente ha la capacità diretta di prendere decisioni, ma agisce invece come tutore dell’interesse superiore del bambino. In molti settori, ciò equivale semplicemente a indagare sulla situazione del bambino e ad offrire un parere al giudice.