Che cos’è un’unità elettrochirurgica?

Tipicamente costituita da un generatore elettrico e uno o più elettrodi, un’unità elettrochirurgica viene spesso utilizzata per riscaldare i tessuti del corpo per prevenire la perdita di sangue. La macchina può essere utilizzata in una sala operatoria o durante una procedura ambulatoriale. Viene generalmente utilizzato per coagulare i vasi sanguigni, riscaldare i tessuti e tagliare, il tutto utilizzando corrente elettrica ad alta frequenza. Le procedure elettrochirurgiche comuni includono interventi chirurgici dermatologici, spinali, cardiaci e ortopedici; per prevenire ustioni, durante la procedura viene generalmente utilizzato un pad di ritorno del contatto, un pad di messa a terra o un gel conduttivo. Un sistema di monitoraggio dell’elettrodo di ritorno può essere utilizzato anche per spegnere il sistema se la corrente diventa abbastanza alta da bruciare un paziente.

L’unità elettrochirurgica, utilizzata per la prima volta negli anni ‘1920, generalmente incorpora un generatore principale, lame e aghi per elettrodi, interruttori e comandi manuali oa pedale. Con una macchina in configurazione bipolare si utilizza un tipo di pinza per collegare i due poli elettrici del generatore per far passare la corrente attraverso il tessuto. I pazienti trattati con una macchina in configurazione monopolare spesso giacciono sopra una piastra metallica o un tampone di plastica che si collega all’elettrodo di ritorno. I chirurghi in genere entrano in contatto con una sonda a punta singola per riscaldare un’area localizzata.

Quando si opera a bassa potenza, a volte viene utilizzata un’unità elettrochirurgica senza elettrodo di ritorno; il corpo umano di solito ha la capacità di creare un percorso di ritorno per la corrente. I dispositivi elettrochirurgici possono essere utilizzati per tagliare, operazione che in genere si ottiene vaporizzando acqua e applicando alta tensione con un filo sottile. La coagulazione spesso richiede meno calore e può anche essere eseguita mediante essiccazione, durante la quale viene utilizzato ancora meno calore per trattare le anomalie sottocutanee. Un elettrodo viene solitamente attivato nell’aria appena sopra il tessuto durante la folgorazione, che colpisce un’area relativamente più ampia sulla superficie della pelle.

Le forme d’onda utilizzate da un’unità elettrochirurgica possono variare a seconda della procedura. L’energia può anche essere pulsata e anche il tempo di accensione e spegnimento della corrente è spesso regolabile. La maggior parte dei generatori elettrochirurgici può funzionare a frequenze da 500 kilohertz a 3 megahertz, quindi è importante un uso corretto; in caso contrario possono verificarsi ustioni in parti del corpo lontane dalla sede dell’elettrodo.

Un’unità elettrochirurgica può essere utilizzata a frequenze fino a 100 kilohertz. La stimolazione dei nervi e dei muscoli è, quindi, generalmente inferiore e non provoca disagio. In caso contrario, possono verificarsi spasmi muscolari, dolore e arresto cardiaco. Se utilizzate correttamente, le apparecchiature elettrochirurgiche in genere rendono le operazioni più sicure e possono ridurre al minimo le complicazioni che si verificano con sanguinamento incontrollato.