Cos’è il relativismo morale?

Il relativismo morale è la posizione filosofica secondo cui la morale è relativa e che le persone dovrebbero cercare di essere buone, ma solo seguendo la propria coscienza. Il relativismo morale può essere contrapposto all’oggettivismo morale, la posizione comune di molti filosofi e religioni secondo cui esiste una moralità oggettiva, a volte stabilita da Dio, un giusto e uno sbagliato oggettivo. Queste due posizioni si sono intrecciate per migliaia di anni e sono una causa che contribuisce a molte guerre. Tuttavia, è discutibile che le guerre e i conflitti tra nozioni contrastanti di moralità oggettiva siano più comuni delle guerre tra moralisti oggettivi e soggettivi.

Una frase che riassume in parte la filosofia del relativismo morale è “vivi e lascia vivere”. A volte la frase “relativismo morale” è usata come peggiorativa dagli oggettivisti morali e dai teisti. Questo è spesso accompagnato dall’affermazione che questo relativismo implica la completa assenza di moralità, ma i relativisti morali credono comunemente in un codice morale, ma non che sia universalmente applicabile. Tra i teisti, il relativismo morale ha una cattiva reputazione, soprattutto perché la maggior parte delle religioni insegna l’oggettivismo morale. Un’eccezione importante sarebbe il buddismo.

Il relativismo morale è in circolazione da molto tempo, con i primi scritti dello storico greco Erodoto (c. 484 – 420 a.C.) che sottolineano che ogni società ha il proprio codice morale e tutti considerano il proprio come il migliore. Va notato che il relativismo parziale è possibile: qualcuno potrebbe credere in un nucleo di verità morale oggettiva, ad esempio, “uccidere è sbagliato”, ma credere che questioni più sfumate, come quanto del proprio reddito da dare in beneficenza, siano più soggettivo. La maggior parte delle persone, anche oggettivisti morali autodefinitisi, di solito hanno qualche area di ragionamento morale su cui non sono completamente certi, e quindi ammettono un certo grado di relativismo morale. Altri direbbero che questo non significa rinunciare all’oggettivismo morale, ma solo ammettere una conoscenza imperfetta su cosa sia la moralità oggettiva.

Uno dei filosofi relativisti morali più famosi e conosciuti del XX secolo è stato Jean-Paul Sartre, che ha aperto la strada alla filosofia dell’esistenzialismo, che essenzialmente afferma che l’umanità è sola nell’universo e non abbiamo morale a cui rivolgerci se non quella che creiamo per noi stessi. Tuttavia, non tutti i relativisti morali sono d’accordo con Sartre. Molti relativisti morali sono semplicemente motivati ​​dall’evitare l’etnocentrismo, evitando di presumere che la propria cultura sia superiore alle altre. Sostengono che questo è essenziale per la pace nel mondo, indicando numerosi esempi storici in cui le culture hanno commesso atrocità sugli altri a causa della percepita inferiorità morale.