La morte civile si riferisce alla perdita di tutti i diritti civili di una persona che è ancora fisicamente viva. La morte civile è di solito una conseguenza della condanna per reato, che può privare il condannato di tutti i diritti civili fondamentali sia durante il periodo della punizione che dopo che la sentenza è stata completata. Alcuni diritti civili possono essere ripristinati dopo il completamento di una sentenza penale, ma questo varia a seconda della giurisdizione. Il termine “morte civile” può talvolta essere utilizzato anche per descrivere una situazione specifica in cui i diritti vengono negati, in particolare nei casi giudiziari in cui un giudice ha stabilito che non può essere applicata alcuna difesa.
Il ruolo della morte civile gioca un ruolo importante nelle filosofie politiche e sociali di un paese. In una nazione in cui ai cittadini sono concessi ampi diritti civili, la morte civile può alterare per sempre il corso del futuro di una persona. Sotto regimi più totalitari in cui i diritti civili individuali possono essere meno preoccupanti, questo tipo di punizione può avere un peso minore o può anche non essere un concetto legale. Più diritti vengono concessi a un cittadino, più devastanti sono le potenziali conseguenze della morte civile.
Alcuni dei diritti che possono essere sospesi o rimossi da una morte civile includono il diritto alla libertà personale, alla libertà di parola, ai diritti di voto, ai diritti di proprietà, al possesso di armi e alla privacy. Questi diritti sono quasi universalmente sospesi durante la detenzione, ma molti si estendono oltre il periodo di detenzione. In molti luoghi, una persona condannata per un crimine non può più partecipare al voto e può essere esclusa dal far parte di una giuria. Alcuni stati e regioni consentono il ripristino parziale dei diritti caso per caso, ma questo tipo di ripristino civile è tutt’altro che universale.
I difensori dei diritti del prigioniero si oppongono alla giustizia della morte civile permanente ai condannati che completano una pena detentiva. Poiché il condannato ha, in effetti, pagato un debito alla società pari al suo crimine, si può sostenere che continuare a negare i diritti è un’indebita difficoltà. Inoltre, alcuni sostengono che la perdita totale dei diritti al momento della condanna pone i detenuti in una posizione vulnerabile per abusi senza ricorso sia all’interno che dopo il carcere.
In alcuni casi, la morte civile può riferirsi a situazioni in cui i normali diritti sono sospesi dal governo. Questo viene spesso fatto in nome delle precauzioni di sicurezza e può includere la sospensione del diritto alla privacy o la protezione da perquisizioni irragionevoli. Nei casi più controversi, può includere la sospensione dell’habeas corpus, che normalmente impedisce la detenzione di un sospettato senza accuse oltre un limite di tempo. Mentre alcuni sostengono che misure come la sospensione dei diritti civili possono aiutare ad aumentare la sicurezza in un mondo pericoloso, i critici tornano spesso alla massima di Benjamin Franklin secondo cui “coloro che rinunciano alla libertà essenziale per ottenere un po’ di sicurezza temporanea, non meritano né libertà né sicurezza”.