Gli esseri umani preistorici non avevano bisogno di dentifricio, filo interdentale e nemmeno spazzolini sonici. Vivevano con una dieta priva di cereali composta da carne, verdure e noci, e avevano davvero dei bei denti. Non è stato fino a quando l’uomo ha iniziato a coltivare che i batteri associati alle malattie gengivali hanno cominciato a essere un problema. Uno studio genetico del 2013 sull’antica placca dentale condotto da un gruppo dell’Università di Adelaide ha tracciato il corso dei batteri orali, a partire da cacciatori-raccoglitori neolitici dalla mascella forte, e ha documentato quando le diete più ricche di carboidrati hanno portato la placca alla nostra bocca.
Bel sorriso, cavernicolo:
I ricercatori hanno prelevato il DNA dalla placca calcificata da 34 scheletri umani preistorici dell’Europa settentrionale e hanno tracciato l’introduzione di alcuni tipi di batteri orali.
I ricercatori hanno scoperto che i batteri associati alle cavità dentali, come S. mutans, sono diventati dominanti nel periodo della rivoluzione industriale.
Lo studio ha anche scoperto che la frequenza dei batteri associati alle malattie parodontali, come la gengivite, non è cambiata molto dall’inizio dell’agricoltura.