Quali sono alcune caratteristiche importanti di Venere?

Venere, chiamato il “pianeta gemello” della Terra per le sue dimensioni simili, ha una superficie che non assomiglia alla nostra. L’atmosfera di Venere è composta per il 96.5% di anidride carbonica, con il 3.5% di azoto che costituisce il resto. La temperatura superficiale è di 462°C (863°F), ben al di sopra di quella di un tipico forno da carne, e la pressione superficiale è di 90 atmosfere, circa equivalente alla pressione al di sotto di un chilometro d’acqua sulla Terra. Le cime delle nuvole sperimentano regolarmente venti a 300 km/h (186 mph). La sua superficie è costituita da pianure di basalto incandescenti e numerose prove di vulcanismo passato e presente, sebbene non siano state osservate direttamente eruzioni.

Ad occhio nudo, Venere appare bianco latte, la sua albedo relativamente alta, o riflettanza, e la vicinanza alla Terra e al Sole lo rendono l’oggetto più luminoso nel cielo notturno ad eccezione della Luna. Questo gli è valso il nome di “Morning Star” o “Evening Star”, poiché diventa più luminoso vicino all’alba o al tramonto.

L’umanità ha familiarità con Venere fin dalla preistoria e riferimenti ad essa si possono trovare nei nostri testi più antichi, dal cuneiforme babilonese. Prende il nome dalla dea romana dell’amore, la sua designazione contrasta fortemente con quella di Marte, dal nome del dio romano della guerra. È l’unico pianeta del sistema solare che prende il nome da una figura femminile.

Il 14 dicembre 1962, la prima missione interplanetaria di successo, Mariner 2, inviata dalla NASA, passò vicino a Venere e fu in grado di misurare la temperatura superficiale, confermando il suo estremo calore e scartando l’idea di qualsiasi vita lì. Durante gli anni ‘1960, i sovietici inviarono in superficie diverse sonde Venera, che acquisirono immagini della superficie e misurarono il contenuto dell’atmosfera prima di soccombere rapidamente all’alta pressione. Solo pochi sottomarini sono persino in grado di operare a queste pressioni, anche se i batiscafi – subacquei appositamente progettati – possono, aprendo l’eventuale possibilità di una permanenza a lungo termine della sonda sulla superficie venusiana, come i rover su Marte.

Alla fine del 1990, la sonda Magellan degli Stati Uniti ha raggiunto l’orbita attorno a Venere, mappando ampiamente la sua superficie utilizzando il radar, fornendo immagini di qualità simile alle fotografie a luce visibile di altri pianeti. Sono state trovate numerose caratteristiche della superficie vulcanica, ma nessun vulcano attivo. Come altri pianeti rocciosi, Venere ha altopiani, valli, pianure e le sue caratteristiche uniche, inclusi modelli di frattura simili a stelle chiamati novae.