L’uso del magnesio per la preeclampsia si è dimostrato molto più efficace di altri trattamenti generalmente somministrati per la prevenzione di condizioni più gravi, come l’eclampsia e le convulsioni. L’eclampsia è lo stadio finale della preeclampsia ed è considerata la più pericolosa per la vita sia per una donna incinta che per il suo bambino non ancora nato. Si stima che, in media, le donne che assumono solfato di magnesio subiscono da due a tre volte meno convulsioni rispetto a quelle che assumono farmaci più tradizionali. Questo vale quando il farmaco viene somministrato per via endovenosa e solo nelle donne con forme gravi della condizione piuttosto che in quelle con preeclampsia da lieve a moderata.
Mentre l’uso del magnesio per la preeclampsia ha mostrato risultati, è molto dibattuto quando, o se, il suo uso è giustificato. Alcuni sostengono che tutte le donne con preeclampsia dovrebbero ricevere regolarmente solfato di magnesio per prevenire il peggioramento della condizione. La ricerca ha suggerito, tuttavia, che l’eclampsia e le conseguenti convulsioni sono relativamente rari, quindi i rischi associati all’uso del magnesio per la preeclampsia nelle sue prime fasi non sono giustificati.
I fattori di rischio complessivi dell’uso di solfato di magnesio in una madre incinta o in travaglio non sono completamente compresi. Si noti che il farmaco rilassa il tessuto muscolare e si ritiene che sia utile nella prevenzione del travaglio pretermine. Per una madre a termine, questo potrebbe creare problemi allungando il suo travaglio e aumentando i suoi rischi per interventi come il taglio cesareo o il parto con il forcipe. I test hanno anche dimostrato che durante il trattamento con magnesio per la preeclampsia, il farmaco attraversa la placenta in un volume sufficientemente grande da raggiungere il feto. Le complicazioni che questo incrocio placentare potrebbe causare non sono ancora note.
La maggior parte degli argomenti contro l’uso di routine del magnesio per la preeclampsia riguardano i rischi incerti che il farmaco può causare. Sono necessari ulteriori studi per determinare quali rischi, se presenti, può presentare a una madre e al suo bambino non ancora nato. La ricerca condotta finora ha fornito risultati contrastanti, con alcuni che mostrano risultati favorevoli per i neonati e altri che mostrano un aumento della mortalità fetale.
Spetta a ogni madre e al suo team medico determinare se l’uso del solfato di magnesio è una buona linea d’azione per il trattamento della preeclampsia da moderata a grave. I rischi e i potenziali benefici dovrebbero essere discussi a lungo per consentire a ciascuna madre di prendere la decisione giusta. Un attento monitoraggio sia della madre che del bambino dovrebbe continuare durante la gravidanza, il travaglio e dopo il parto per garantire che non si verifichino complicazioni. Nella maggior parte dei casi, si raccomanda di riservare l’uso del magnesio e di tutti gli altri farmaci a situazioni gravi.