L’inventario dei disturbi alimentari è un test di autovalutazione fornito dai medici che aiuta a determinare se un paziente ha un disturbo alimentare. La versione originale contiene 64 domande che si concentrano su otto diverse categorie. Non è pensato per diagnosticare alcuna condizione, ma è usato come dispositivo di screening. Fin dal suo sviluppo da parte di David M. Garner nel 1984, è stato utilizzato anche per aiutare i medici a comprendere la psicologia alla base di disturbi come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
Delle otto categorie di domande, tre riguardano il comportamento e l’atteggiamento nei confronti del peso, dell’alimentazione e della forma del corpo. Questi includono insoddisfazione del corpo, bulimia e desiderio di magrezza. Una volta che un paziente risponde a queste domande, l’inventario dei disturbi alimentari può far luce sulle sue idee che circondano il suo corpo.
Le altre cinque scale indagano sui fattori psicologici di coloro che presentano sintomi di disturbo alimentare. Questi includono perfezionismo, sfiducia interpersonale, inefficacia, paure della maturità e consapevolezza degli stimoli interni. Le risposte a tali domande a volte possono prevedere correttamente se un paziente ha attualmente o svilupperà sintomi di disturbo alimentare.
La seconda versione dell’Inventario dei disturbi alimentari, o EDI 2, è stata creata nel 1991. Comprende 91 domande in totale e tre nuove categorie. Sono il controllo degli impulsi, l’insicurezza sociale e l’ascetismo.
Da allora è stata sviluppata una terza versione, o EDI 3. Il numero di domande è lo stesso dell’EDI 2, ma ci sono 12 scale, nove delle quali pongono domande psicologiche generali. Ci sono anche sei spartiti compositi da includere in questa versione. Includono il rischio di disturbi alimentari, l’inefficacia del rischio, i problemi affettivi, il controllo eccessivo, i problemi interpersonali e il disadattamento psicologico generale.
Le domande poste all’interno di ciascuna categoria includono la frequenza di sintomi come esercizio fisico eccessivo, abbuffate, spurgo, uso di pillole dimagranti e ingestione di lassativi. L’inventario dei disturbi alimentari tiene conto anche dell’indice di massa corporea del paziente per determinare se potrebbe essere un candidato per il trattamento dei disturbi alimentari. Il test è sotto forma di semplice lista di controllo, che aiuta sia chi lo compila sia i medici che interpretano i risultati. In questo modo, le risposte possono essere visualizzate facilmente sui grafici.
Sebbene l’inventario dei disturbi alimentari potrebbe non essere sempre corretto nell’identificare i pazienti con problemi come l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa, diversi studi hanno dimostrato che questo test è in genere accurato. I risultati di solito sono correlati ad altre misure, come il test delle attitudini alimentari e la scala di restrizione. Sebbene la maggior parte degli studi che utilizzano questo test riguardino le femmine, si dice che sia accurato anche per i maschi.