Che cos’è l’osteoporosi senile?

L’osteoporosi senile è uno dei due principali tipi di osteoporosi. Questa malattia è caratterizzata dalla perdita della capacità dell’organismo di produrre vitamina D e dall’incapacità dell’organismo di assorbire il calcio, che porta alla perdita sia dell’osso duro che di quello spugnoso. Tipicamente diagnosticato attraverso una scansione della densità del legame, il trattamento per questa forma di osteoporosi consiste nell’integrare il corpo con vitamina D e calcio. Le possibilità di sviluppare questo tipo di osteoporosi possono essere ridotte non fumando, limitando l’uso di alcol e facendo regolare esercizio fisico.

Ci sono due tipi principali di osteoporosi; tipo I, noto come osteoporosi postmenopausale, e tipo II, noto come osteoporosi senile. Nel caso dell’osteoporosi senile, la parola “senile” si riferisce alla vecchiaia oa una forma di osteoporosi che compare in età avanzata, intorno ai 70 anni. L’osteoporosi di tipo II comporta il decadimento sia dell’osso duro, chiamato osso corticale, sia dell’osso spugnoso, o trabecolare.

Questa condizione è causata dalla diminuzione della produzione e dell’assorbimento da parte dell’organismo di vitamina D e calcio con l’età. Molto tardi nella vita, in genere dopo i 70 anni, i reni del corpo non riescono a produrre vitamina D. La ridotta concentrazione di vitamina D nel corpo limita la quantità di calcio che può essere assorbita. Bassi livelli di calcio fanno sì che l’ormone paratiroideo segnali al corpo di riassorbire l’osso per compensare la carenza di calcio. Il risultato è la graduale erosione dell’osso duro e spugnoso, aumentando i rischi di fratture ossee.

L’osteoporosi di tipo II non si osserva in genere fino a quando un paziente non frattura un osso. Quando è nota una storia familiare di osteoporosi senile, un medico può ordinare scansioni annuali della densità ossea per monitorare la perdita ossea. Anche gli ultrasuoni o le scansioni di tomografia computerizzata quantitativa possono identificare la densità ossea esaurita.

Il trattamento per questa sindrome geriatrica consiste nell’aumentare l’integrazione di vitamina D e calcio per compensare la mancanza di questi due componenti. La supplementazione modula il rilascio dell’ormone paratiroideo e salva l’osso. Si consiglia inoltre ai pazienti con osteoporosi senile di ridurre il rischio di cadute indossando scarpe piatte e ben aderenti, utilizzando corrimano sulle scale e liberando la casa dal disordine che provoca cadute.

L’osteoporosi senile è ereditaria, quindi è importante per una giovane che ha una storia familiare di osteoporosi di tipo II intraprendere azioni per ridurre al minimo i suoi rischi. Ciò includerebbe smettere di fumare o non iniziare mai a fumare e limitare il consumo di alcol. L’esercizio fisico regolare ridurrà anche i rischi di sviluppare l’osteoporosi senile.