Un contratto di output, noto anche come un intero contratto di output, è un accordo in cui un fabbricante o un produttore di beni si impegna a vendere la sua intera produzione di un bene specifico a un singolo acquirente. A sua volta, l’acquirente si impegna ad acquistare tutto il bene che il venditore è in grado di produrre, indipendentemente dalle effettive esigenze dell’acquirente.
I contratti di output presentano diversi vantaggi per le imprese che li stipulano. I venditori in un contratto di output possono concentrarsi sulla produzione di un prodotto di qualità e non devono preoccuparsi delle vendite o della distribuzione a più punti vendita. I vantaggi per gli acquirenti includono i diritti esclusivi su quello che si spera sia un prodotto di qualità e, come il venditore, l’acquirente non deve gestire i rapporti con diversi fornitori. Inoltre, poiché l’acquirente ha accettato di acquistare l’intera produzione del venditore, l’acquirente di solito può negoziare un buon prezzo a causa dei costi ridotti del venditore.
D’altra parte, anche i contratti di output possono essere problematici: se ci sono cambiamenti nel mercato per un particolare articolo, i venditori che sono bloccati in contratti di output possono perdere l’opportunità di vendere a prezzi più alti. Inoltre, se un acquirente cessa inaspettatamente l’attività, il venditore dovrà affannarsi per trovare un nuovo acquirente. Anche gli acquirenti sono a rischio. Se la domanda di un prodotto o il suo valore di mercato diminuiscono inaspettatamente, l’acquirente potrebbe rimanere bloccato con un prodotto che non può vendere o deve vendere in perdita.
Un’alternativa a un contratto di output è un contratto di requisiti. In un contratto con requisiti, l’acquirente accetta di acquistare dal venditore solo la quantità di prodotto di cui ha effettivamente bisogno. In cambio, l’acquirente accetta che il venditore sarà il suo unico fornitore di quel particolare prodotto. In questa situazione, finché il venditore è in grado di soddisfare i requisiti di acquisto dell’acquirente, il venditore è libero di vendere ad altri acquirenti.
Un potenziale problema con entrambi i tipi di contratti è che possono tecnicamente consentire a una parte di ignorare i propri obblighi nei confronti dell’altra. Un venditore in un contratto di output potrebbe fermare o rallentare la produzione, sostenendo di aver prodotto tutto ciò che poteva. In un contratto con requisiti, un acquirente potrebbe rifiutarsi di acquistare qualcosa da un venditore, poiché non “richiede” più il prodotto.
Il codice commerciale uniforme prescrive la “buona fede” come un modo per proteggere gli interessi di entrambe le parti: se la produzione di un bene da parte del venditore supera ciò che è normale per quel prodotto, un acquirente non è necessariamente obbligato ad acquistarlo tutto. La buona fede si estende anche al venditore: mentre un venditore in un contratto di output non può rifiutarsi di produrre un bene perché il bene non è sufficientemente redditizio, se un venditore fallisce, può essere libero di cessare la produzione.