La personificazione è l’atto nella parola e nella scrittura di dare oggetti inanimati, concetti astratti o azioni caratteristiche umane o quasi umane. Questo è diverso dall’antropomorfismo, che conferisce agli animali sia la personalità che il comportamento umano. È un tipo di metafora, poiché è un modo metaforico di ravvivare la scrittura e rendere l’astratto più riconoscibile.
Sebbene la personificazione sia un espediente letterario frequente nella poesia, lo è anche nel linguaggio comune quotidiano. Ad esempio, una persona potrebbe guardare un orologio e dire: “Il tempo mi è appena sfuggito”. Ciò suggerisce che il concetto di “tempo” ha volontà propria, e la persona stava tentando di lottare con il tempo per restare. Il tempo però “è scappato”.
Anche i bambini piccoli usano questo dispositivo regolarmente. Si potrebbe chiedere a un bambino se ha lanciato una matita. Il bambino potrebbe rispondere: “Non l’ho lanciato. Si è lanciato da solo». Mentre il bambino qui usa la personificazione come tattica di evasione, sta ancora dando alla matita caratteristiche in qualche modo umane che non possiede.
In letteratura, è facile trovare esempi: la nebbia “striscia”, i pensieri “esplodono”, gli alberi “minacciano” e le nuvole “presumono”. La morte diventa un “messaggero”. Questi esempi sono tutti modi in cui uno scrittore può rendere essenzialmente vivi oggetti ordinari o concetti astratti e fornire una sensazione più emotiva per il lettore. Gli esempi sopra danno anche le caratteristiche umane delle cose, che si collegano alla comprensione del lettore del mondo umano e delle azioni umane.
Nella rivista In Context, Joseph Campbell ha rilasciato un’intervista nel 1985 in cui ha suggerito che la personificazione era un modo in cui coloro che seguivano una religione venivano a patti con il concetto enorme e astratto di Dio. Naturalmente, la Bibbia dice che l’uomo è fatto a “immagine di Dio”. Nella tradizione giudaico-cristiana, questo personifica immediatamente Dio: è maschio e ha le sembianze di un uomo.
Ciò consente alle persone di attenersi più facilmente al concetto di un Dio personale, poiché è come un padre, che assomiglia molto agli esseri umani. Concetti religiosi precedenti suggeriscono anche la personificazione di un certo numero di cose presenti nell’ambiente o nelle stelle.
L’animismo vede aspetti del divino in semplici elementi naturali, come il sole, la luna, gli alberi o il fiume. Attribuendo l’intento o le caratteristiche umane a questi oggetti, si raggiunge una migliore comprensione di ciò che costituisce una divinità o più divinità.
Se il sole ride quando è alto nel cielo, o la luna dorme, questi corpi astrali sono improvvisamente umani e quindi una persona può relazionarsi con loro. Viceversa, quando il sole è descritto in termini puramente scientifici, spesso diventa remoto e impersonale. Può essere compreso scientificamente, ma è molto più difficile da “ottenere” emotivamente.