Il concetto legale di buon carattere morale è un costrutto attualmente utilizzato nella legge degli Stati Uniti (USA) per autorizzare il designato come idoneo per uno scopo particolare. Tipicamente una persona perde questo status se commette un crimine di turpitudine morale, cioè un crimine che indica una mancanza di moralità nella persona. Sebbene la classificazione del carattere morale abbia un uso legale limitato, è spesso un fattore determinante nel decidere se concedere o meno la cittadinanza statunitense a un richiedente straniero. Viene anche utilizzato come fattore determinante nella concessione di determinate licenze professionali.
Per qualificarsi come avente un buon carattere morale, una persona non può aver commesso crimini che comportano quella che viene chiamata “turpitudine morale”. Gli atti di turpitudine morale sono caratterizzati da depravazione e sono una probabile indicazione che l’attore è privo di senso morale. In generale, sono considerati atti di turpitudine morale tutti i reati di disonestà come frode, furto ed evasione fiscale. In questa categoria di reati rientrano anche il traffico illecito di sostanze controllate, la mancata comparizione in giudizio e tutti i reati che coinvolgono la sicurezza nazionale.
Il buon carattere morale è un requisito primario per l’ammissione negli Stati Uniti come cittadino. Se un richiedente è stato condannato per un reato di turpitudine morale, inclusi reati di disonestà e violazione di sostanze controllate, gli verrà generalmente negata la cittadinanza statunitense. Sebbene le condanne in genere impediscano tale concessione della cittadinanza, il semplice fatto di essere arrestati per un reato di turpitudine morale non ostacolerà il richiedente. Inoltre, se le circostanze che circondano il crimine includono semplicemente un reato minore come un’accusa di possesso di droga minore, la domanda di cittadinanza può ancora essere presa in considerazione in alcuni casi.
Un’altra area in cui il buon carattere morale è determinante nel diritto statunitense è la concessione dell’abilitazione all’esercizio della professione forense. Sebbene l’abilitazione all’esercizio della professione forense sia disciplinata interamente dallo Stato in cui viene concessa, i prerequisiti di ogni Stato per l’ammissione all’esercizio della professione forense hanno un requisito di buon carattere morale. La logica alla base di tale requisito è la natura della pratica legale in cui i clienti sono tenuti a riporre molta fiducia nel carattere dell’avvocato che fornisce consulenza. Anche dopo l’ammissione all’esercizio della professione forense in un particolare stato, gli avvocati sono tenuti a mantenere il loro buon carattere morale o ad affrontare la possibilità di essere radiati dall’albo – la revoca del diritto di esercitare la professione forense – o altre sanzioni.