Qual è la fisiopatologia del Parkinson?

La fisiopatologia si riferisce ai cambiamenti nei normali processi biochimici, meccanici e fisici del corpo. La fisiopatologia della malattia di Parkinson si riferisce ai cambiamenti fisici e biochimici nel cervello, che a loro volta producono un funzionamento meccanico e fisico anormale visibile in tutto il resto del corpo. I caratteristici tremori associati alla malattia di Parkinson ne sono un esempio. Sebbene i fattori di influenza e di contributo possano differire tra il morbo di Parkinson ad esordio precoce, giovanile e standard, la fisiopatologia del Parkinson è prevalentemente la stessa.

Nel profondo del cervello si trova un gruppo di strutture noto come gangli della base, che si traduce come “strutture del seminterrato” e comprende il globus pallidum internus, il putamen e il nucleo caudato. Queste strutture sono in parte responsabili del controllo del movimento volontario. Accanto ai gangli della base si trova la substantia nigra, un’area del cervello contenente cellule nervose che producono la dopamina chimica. La dopamina è un neurotrasmettitore che trasmette messaggi o segnali tra le cellule nervose.

I corpi striati sono bande di tessuto grigie e bianche che si trovano all’interno del nucleo caudato e del putamen e sono collegate alla substantia nigra. La dopamina prodotta nella substantia nigra viene trasmessa lungo il tessuto connettivo e rilasciata nel corpo striato. Questo processo è essenziale per un movimento muscolare regolare, controllato, coordinato e volontario.

La malattia di Parkinson è una compromissione della produzione di dopamina, che si traduce in una neurotrasmissione ridotta e inefficace, o trasmissione di messaggi, tra le cellule cerebrali. Fa sì che le cellule nervose si attivino in modo irregolare e inappropriato, causando movimenti incontrollati e involontari e rigidità muscolare. La fisiopatologia del Parkinson inizia con la morte o la compromissione delle cellule produttrici di dopamina nella substantia nigra.

La fisiopatologia del Parkinson è caratterizzata anche dalla presenza di corpi di Lewy nel cervello, in particolare nella substantia nigra. I corpi di Lewy sono strutture proteiche anomale presenti nel cervello. Sono un segno distintivo del morbo di Parkinson e contengono la proteina aminoacidica a-sinucleina. In uno stato normale a livelli normali, la funzione di questa proteina è di regolare l’attività dei trasportatori della dopamina. A livelli anormali o in una condizione mutata, come nei corpi di Lewy, contribuirà alla morte e alla disfunzione cellulare.

Sia i corpi di Lewy che l’α-sinucleina sono importanti per la fisiopatologia del Parkinson quando si manifesta in persone di età inferiore ai 40 anni e nei casi ereditari. Due mutazioni dell’α-sinucleina sono state identificate nei casi ereditari di Parkinson ad esordio precoce. Nei casi di Parkinson con esordio dei sintomi dopo i 60 anni, la fisiopatologia include la morte cellulare correlata. Si stima che fino al 13% dei neuroni produttori di dopamina muoia per ogni decennio di vita. Ciò significa che si verificheranno più casi di Parkinson legato all’età poiché le persone vivranno più a lungo perché, all’età di 80 anni, una persona potrebbe aver perso dall’80% al 90% delle sue cellule produttrici di dopamina. Non tutti perderanno così tante cellule o svilupperanno il Parkinson.