La regola della ragione afferma che solo i contratti, le acquisizioni e le fusioni che limitano irragionevolmente il commercio sono interessati dalle leggi antitrust. Dichiara inoltre che i monopoli non sono, di per sé, illegali. La regola è stata sviluppata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti e ha fatto la sua prima apparizione scritta nelle sentenze dello stesso giorno del 1911 su Standard Oil Co. of New Jersey v. United States e su United States v. American Tobacco Co..
Lo Sherman Antitrust Act è stato approvato nel 1890 per proteggere le imprese e i consumatori da cartelli e società avidi e spesso feroci. L’atto ha dichiarato illegale qualsiasi attività che limitasse la capacità dei consumatori di scegliere il loro fornitore preferito o impedisse a nuove aziende di entrare in un mercato. Prima dell’emergere della regola della ragione, i tribunali in genere interpretavano la legge in modo molto restrittivo. Qualsiasi azienda che ha stipulato un contratto che limitava in qualche modo il commercio o che, in sostanza, non aveva concorrenti, è stata trovata ad agire illegalmente.
Nel 1911, gli Stati Uniti hanno intentato un’azione, in base ai requisiti dello Sherman Antitrust Act, contro la Standard Oil Company. La Standard Oil aveva monopolizzato il business petrolifero negli Stati Uniti e stava usando il suo potere monopolistico per imporre prezzi irragionevoli ai consumatori e per impedire ai potenziali concorrenti di entrare nel mercato. La Corte Suprema ha dichiarato colpevole la Standard Oil, ma ha stabilito che l’atto illegale non era il possesso di un monopolio, ma piuttosto gli atti sleali e restrittivi che ne derivavano.
Gli Stati Uniti hanno anche intentato un’azione contro American Tobacco Company per violazione delle leggi anti-trust. In questo caso, la corte ha nuovamente stabilito che il mero possesso di un monopolio non era illegale, ma che il modo in cui si otteneva il monopolio poteva esserlo. Poiché entrambe le sentenze sono state emesse lo stesso giorno, sono prese insieme per rappresentare la regola della ragione.
Ulteriori casi giudiziari degli Stati Uniti hanno affinato la regola della ragione per affrontare questioni come la fissazione dei prezzi e le divisioni geografiche del mercato. Anche altri tribunali di tutto il mondo, in particolare quelli dei paesi europei, hanno adottato la norma. La Corte di giustizia europea utilizza la norma per decidere i casi che interessano il mercato comune europeo.
Nella sua forma più semplice, la regola della ragione riconosce che a volte le restrizioni commerciali sono inevitabili e possono anche essere desiderabili. Ad esempio, fusioni o contratti di co-branding che creano un monopolio possono effettivamente avvantaggiare i consumatori coniugando la tecnologia avanzata con un servizio clienti superiore. Finché nessuna legge è stata violata nell’ottenimento del monopolio o del contratto, e finché il monopolio o il contratto non è utilizzato per compiere atti illeciti, resta legale il semplice possesso del monopolio o del contratto restrittivo.