Uno degli scopi della letteratura è aprire la mente del lettore a prospettive più profonde e connessioni profonde. Nel corso dei secoli, i critici letterari hanno accumulato un considerevole elenco di termini, come similitudine e personificazione, che nominano trucchi e tecniche dello scrittore. Il termine similitudine si riferisce a un semplice confronto tra due cose che chiaramente non sono la stessa cosa usando la parola come o come. La personificazione si riferisce a un modo intelligente in cui lo scrittore invita il lettore a immaginare che qualcosa di chiaramente inanimato, come una vecchia scarpa, o animato ma privo di forza vitale, come un tornado, sia effettivamente vivo.
Una similitudine davvero buona offre al lettore una sorprendente sorpresa. Nelle mani di uno scrittore inesperto, la tendenza a trovare l’identificazione usando una similitudine troppo spesso si manifesta come un cliché. Una poesia che descrive un bambino come “tranquillo come un topo” non fa bene al bambino, al topo o al lettore offrendo un modo più profondo di considerare la situazione descritta. D’altra parte, la famosa frase di William Wordsworth, “Ho vagato solitario come una nuvola” offre sia una similitudine che una personificazione allo stesso tempo. È importante notare che un modo in cui nascono i cliché è attraverso un uso eccessivo; La similitudine di Wordsworth ebbe un tale successo che entrò rapidamente nel volgare e si trasformò al livello di un cliché.
La somiglianza e la personificazione sono strettamente correlate poiché entrambe scaturiscono dalla metafora. Molti lettori ricordano che la metafora è definita come un confronto diretto di due cose diverse. In sostanza, ciò significa che una metafora è una similitudine senza l’applicazione di like o as. Unisce due oggetti, idee o eventi completamente diversi in un’unica cosa. Ad esempio, un bambino potrebbe esultare: “Ho il sole su tutto il viso” quando vuole esprimere un’enorme felicità.
Sia la similitudine che la personificazione mescolano due essenze molto diverse, ma la personificazione lo fa con una metodologia specifica. Nella personificazione, uno degli elementi è un essere vivente o almeno suggerisce un essere vivente, mentre l’altro chiaramente non lo è. Come per similitudine e metafora, la personificazione, nelle mani sbagliate, diventa cliché o peggio ancora sentimentale, come una vecchia casa che viene descritta come un cucciolo picchiato.
Di tutti i poeti, i bambini sono forse i più in sintonia con le possibilità di personificazione, probabilmente perché, per loro, il mondo intero è pieno di personalità animate. Un bambino che osserva che le foglie autunnali salutano l’autunno e salutano l’inverno vede le foglie come mille mani appartenenti a un albero. Chi è preoccupato che il soprabito invernale del nonno sembri curvo e in attesa nell’armadio vede che il cappotto ha assunto la personalità della persona che lo ha indossato.