La teologia medievale si riferisce tipicamente allo studio della religione durante il periodo di tempo noto come Medioevo o era medievale, dal V secolo al XV secolo. Mentre gran parte dell’Europa e del mondo occidentale sono stati gettati nel caos e nel conflitto durante questo periodo, i monasteri e alcuni altri luoghi sono rimasti paradisi di apprendimento e discorso. Ciò ha portato alla produzione di una grande quantità di studi teologici e di letteratura, e così tante delle credenze spirituali e religiose di quei tempi possono ancora essere studiate. La teologia medievale coinvolge spesso le opere di filosofi e leader religiosi medievali riguardo alle opinioni sul libero arbitrio e sulla predestinazione e sulla natura del bene e del male.
Uno degli aspetti più comuni della teologia medievale è lo studio di quei capi religiosi e filosofi che hanno lasciato un segno duraturo sulla religione per centinaia o migliaia di anni. Agostino d’Ippona, ad esempio, fu uno degli ultimi filosofi e capi religiosi romani a stabilire gran parte del pensiero religioso che sarebbe continuato dopo la sua morte. Tommaso d’Aquino è anche considerato un teologo predominante del periodo medievale e i suoi scritti furono il fondamento di gran parte del pensiero cristiano occidentale fin dalla sua vita. C’erano altre figure influenti nella teologia medievale, compresi i filosofi islamici che prosperarono durante i secoli bui dell’Europa medievale.
I concetti di libero arbitrio e predestinazione erano alcuni degli aspetti più importanti della teologia medievale. Sono stati adottati diversi approcci filosofici e teologici per aiutare le persone a razionalizzare la loro capacità di agire con il concetto di un creatore onnisciente. L’idea della predestinazione stabiliva che le persone non avevano un vero libero arbitrio e che le loro azioni erano già conosciute e preordinate prima ancora che si verificassero. Questa idea è stata spesso utilizzata negli studi medievali come giustificazione del motivo per cui alcune persone avevano ricchezza e potere, come ricompensa per le buone vite che erano predestinate a vivere.
C’era anche una grande quantità di pensiero e considerazione all’interno della teologia medievale sulla natura del bene e del male. La gente voleva capire meglio cosa fosse “buono” e cosa fosse “male” e come quelle idee fossero persino possibili in un universo creato da una divinità onnipotente e benevola. Questo è stato spesso esplorato attraverso concetti come predestinazione e “peccato originale” che servivano come mezzo per spiegare perché le cose brutte accadono alle persone buone. Molte delle questioni discusse nella teologia medievale continuano ad essere fonti di esplorazione filosofica e teologica, poiché questi tipi di domande spesso non hanno una risposta giusta o definitiva.