La declinazione di una parola indica un’inflessione relativa al numero, al genere o al caso. Le declinazioni possono essere applicate a nomi, pronomi e aggettivi allo stesso modo. Ogni forma di flesso, incluso quali parole sono flesse o meno, varia da lingua a lingua. Alcune lingue, in particolare le lingue romanze, sono altamente flesse, mentre altre, come l’inglese, non lo sono.
Un’inflessione è una modifica grammaticale apportata a una parola per ricavarne ulteriori informazioni. Oltre ai tre elementi di declinazione, le inflessioni possono anche indicare l’umore e l’aspetto. Alcune lingue consentono inflessioni aggiuntive per rivelare certezza, evidenza e sorpresa. I verbi flessi sono chiamati coniugazioni, mentre le flessioni fatte a nomi, pronomi e aggettivi sono declinazioni. Non devono essere confusi con prefissi e suffissi o altre aggiunte alle parole che ne cambiano il significato.
Il numero indica quanti di qualcosa c’è. L’inglese ha due stati numerici: singolo e plurale. Tali inflessioni plurali tendono a seguire un normale schema “+”, trasformando “tazza” in “tazze”. Ci sono molteplici irregolarità che portano in dialetti dell’antico inglese come +en, come usato in “bambini”, o forme latine, come nella differenza tra “datum” e “data”.
Altre lingue si avvicinano alla declinazione del numero in modo diverso. L’ungherese non ha declinazione plurale dei nomi se si conosce il numero esatto dei nomi. Una caratteristica unica dell’ungherese è che la declinazione plurale, quando presente, aggiunge una vocale +k a una parola. La vocale fa rima con la vocale finale della parola. Il giapponese, d’altra parte, non ha affatto plurali tranne il pronome plurale ‘tachi’.
L’inglese ha ampiamente rimosso la declinazione di genere dalla sua lingua. Sebbene sia presente in alcune forme di inglese antico, ora si trova solo nel pronome come in his/hers e in parole derivate straniere come alumni e alumnae. Molti nomi hanno una versione femminile, una versione maschile e una versione naturale. Ad esempio c’è cavalla, stallone e cavallo o attrice. Non è sempre così, poiché l’attore è una versione naturale per sostituire l’attore o l’attrice.
Anche l’applicazione del caso a nomi, aggettivi e pronomi è più limitata che in altre lingue. Gli aggettivi non si mettono nei casi. I nomi si mettono solo al possessivo, con l’aggiunta di un apostrofo o di un apostrofo +s a seconda dell’ortografia. I pronomi inglesi sono flessi con tre o quattro flessioni come “I, me, my, mine”.
Lingue come il latino e il polacco, oltre alle relative lingue, sono molto più flesse dell’inglese. Le lingue slave, ad esempio, hanno sette casi come vocativo, accusativo e dativo. L’inglese ne ottiene molti utilizzando invece gli articoli. Il latino vanta un gran numero di declinazioni per tutti gli aggettivi, nomi e pronomi. Alcuni di questi sono regolari e altri no.