“Organismo cibernetico” è la versione lunga del termine più familiare “cyborg”, un organismo autoregolante che contiene una combinazione di componenti naturali e artificiali. Gli organismi cibernetici sono stati spesso descritti nella narrativa e nelle esplorazioni filosofiche dell’argomento. Spesso, i cyborg sono stati presentati in contesti distopici, ritenuti un’espressione del disagio della nostra società con la dipendenza dalla tecnologia e il desiderio di tornare a uno stato più “naturale”.
Secondo alcune definizioni, e le analisi di molti pensatori sul tema, gli esseri umani sono già organismi cibernetici. Testimone di quanto siamo già integrati con la tecnologia: strumenti semplici come carta e penna, occhiali o protesi mediche più avanzate come i pacemaker possono essere considerati i primi precursori della transizione dell’umanità verso una forma più cibernetica. Futuristi come Ray Kurzweil hanno sostenuto che nei prossimi decenni diventeremo inevitabilmente ancora più cibernetici e abbracceremo la fusione di biologia e tecnologia.
L’esperienza del pubblico con gli organismi cibernetici è stata in gran parte nel contesto della finzione, come la serie TV L’uomo da sei milioni di dollari e le serie di film di Star Wars e Terminator. Ma va riconosciuto che la crescente cyborgizzazione dell’umanità è tutt’intorno a noi e milioni se non miliardi di dollari vengono investiti nella ricerca per creare organismi cibernetici. Spesso, i componenti del corpo “cibernetici” come gli impianti cocleari soddisfano i bisogni umani fondamentali, come il bisogno di sentire.
Un frequente dibattito etico sollevato nel contesto degli organismi cibernetici è la divisione tra terapia e potenziamento. Il Presidential Council on Bioethics, guidato da Leon Kass, ha pubblicato un libro nel 2003 intitolato Beyond Therapy che criticava quella che considerano l’eccessiva cyborgizzazione dell’umanità e il bisogno di limiti. Un libro dell’ambientalista Bill McKibben intitolato Enough sostiene argomenti simili.
La controversia sul fatto che l’umanità debba migliorare se stessa con la tecnologia e trasformarsi in una razza cibernetica sarà probabilmente uno dei maggiori problemi del 21° secolo.