Qual è l’immagine di Edessa?

Conosciuto come il “Santo Mandylion” per i cristiani ortodossi, l’immagine di Edessa è un pezzo di stoffa che si dice sia stato miracolosamente impresso con il volto di Gesù Cristo. Secondo la leggenda, l’immagine di Edessa fu donata al re Abgar dell’antica città di Edessa e lo guarì dalla malattia. All’inizio del IV secolo, Eusebio di Cesarea trascrisse la corrispondenza in cui il re chiede la visita di Cristo, il quale promette invece di inviare un apostolo a fargli visita. L’apostolo Taddeo in seguito visitò il re che, secondo quanto riferito, portò alla sua miracolosa guarigione.

Sebbene la leggenda indichi che il re Abgar abbia ricevuto l’immagine di Edessa in dono da Cristo, la corrispondenza tradotta da Eusebio di Cesarea nella Storia della Chiesa non menziona l’immagine. In un’ulteriore documentazione, la Dottrina di Addai (Taddeo) è menzionato che il re inviò un artista di corte a Cristo per dipingere la sua immagine. Una leggenda che ne risulta, abbracciata come un fatto dalla chiesa cristiana ortodossa, considera l’immagine di Edessa un’opera di Dio e non dell’uomo; ciò che i greci descrivevano come “Akheiropoietos” o “Icona non fatta a mano”.

Nel X secolo, l’Immagine di Edessa fu inviata da Edessa (oggi città di Urfa) a Costantinopoli, dove scomparve nel sacco della città del 1204 durante la Quarta Crociata. L’immagine di Edessa riapparve in seguito a Parigi, come parte della Sainte Chapelle di re Luigi IX di Francia, per poi perdersi di nuovo durante la Rivoluzione francese. Nel XIX secolo, le riproduzioni dell’immagine di Edessa furono trasportate dagli eserciti russi come “Khorugvs” o stendardi religiosi e proliferarono in diverse chiese bizantine.

Come una delle tante reliquie religiose che riportano un’immagine miracolosa di Cristo, come il Velo della Veronica; l’Immagine di Edessa è spesso confusa con la Sindone di Torino, un grande telo che si dice sia l’impronta di Cristo a tutto il corpo. Il giornalista Ian Wilson ha teorizzato che l’oggetto propagandato come Immagine di Edessa tra il VI e il XIII secolo fosse, in realtà, la Sindone di Torino, piegata e incorniciata in modo che il volto fosse visibile. Il Codex Vossianus Latinus della Biblioteca Apostolica Vaticana sembra sostenere questa teoria attraverso il suo racconto dell’VIII secolo secondo cui “il re Abgar ricevette un panno sul quale si può vedere non solo un volto ma tutto il corpo”.

Oggi rimangono due reliquie attribuite alla leggenda dell’Immagine di Edessa. Il Volto Santo di Genova, custodito nella Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni; e il Volto Santo di San Silvestro, custodito nella Cappella Matilde del Vaticano.