Cos’è il bengalese?

Il bengalese è una lingua parlata in tutta l’India orientale e in Bangladesh. Ha quasi 200 milioni di madrelingua, il che la rende la settima lingua più parlata in modo nativo sulla Terra. Sebbene il termine bengalese sia ancora ampiamente utilizzato in tutto il mondo, la parola nativa per la lingua è Bangla e sta cominciando a entrare nell’uso comune dell’inglese.
Ci sono due principali sistemi stilistici di scrittura utilizzati in bengalese. Il primo, Shadhubhasha, è basato su una forma più antica di bengalese ed è utilizzato principalmente solo in situazioni estremamente formali o in alcuni contesti letterari. Il secondo, Choltibhasha, è usato molto più ampiamente, e infatti la parola stessa significa qualcosa di simile al “linguaggio corrente”. L’attuale forma standardizzata del bengalese scritto risale alla fine del XVIII secolo, quando un inglese, Sir Charles Wilkins, creò la prima macchina da stampa per la lingua bengalese. L’alfabeto è utilizzato anche per un certo numero di altre lingue, comprese alcune lingue sino-tibeziane come Manipuri e Garo.

Come il mandarino e molte altre lingue parlate in un’ampia area geografica, i dialetti bengalesi abbracciano un continuum dialettale. Ciò significa che, sebbene sia probabile che i parlanti di un dialetto siano in grado di capire i loro vicini – e anche i vicini dei loro vicini – man mano che la distanza aumenta, diventa probabile che i parlanti non siano in grado di capire altro che poche parole di altri dialetti. Esiste una forma alquanto standardizzata di bengalese basata su un dialetto della regione di Calcutta, ma la misura in cui è veramente universale è limitata.

Il bengalese deriva dall’antica lingua sanscrita e gran parte del suo vocabolario è tratto direttamente dal sanscrito. Quello che di solito viene chiamato sanscrito classico fu parlato per la prima volta in India oltre 2,500 anni fa, e la sua influenza sulla cultura indiana e sulle varie lingue dell’India è grande. Il bengalese attinge anche molto dal vocabolario persiano, arabo e turco, a causa delle ripetute ondate di invasione dal Medio Oriente in India.

Il bengalese è una lingua indo-ariana, parte della più ampia categoria indoeuropea. Le lingue indoariane sono parlate in tutto il subcontinente indiano, così come in alcune aree adiacenti. Alcuni esempi ben noti includono l’antica lingua sanscrita, punjabi, hindi e urdu e persino la lingua nepalese del Nepal.

Dal 19° secolo, c’è stato un grande rinnovato interesse da parte degli artisti in lingua bengalese, con il risultato che molte delle grandi opere moderne di letteratura e poesia indiana sono state scritte in bengalese. L’esempio iconico di questa tendenza è Rabindranath Tagore, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1913. È responsabile di un’incredibile quantità di poesie spettacolari, romanzi, racconti e altri scritti assortiti. È anche il creatore degli inni nazionali indiani e del Bangladesh.

La lingua bengalese ha avuto una storia recente alquanto tumultuosa, con alcuni movimenti incredibili che sono sorti per proteggere il suo status di lingua nazionale o per contribuire a promuoverne l’uso diffuso. Il più noto di questi eventi è stata la protesta del 1952 in Pakistan, in cui sono stati uccisi numerosi manifestanti. La protesta era in risposta a una decisione del governo pakistano di rendere l’urdu l’unica lingua nazionale, anche se la maggioranza della popolazione pakistana parlava bengalese.